Notizie 

GLI AUGURI DI PASQUA DEL VESCOVO MICHELE

Perché il mondo ancora non ha compreso il messaggio del Crocifisso?

 

“Ieri venivo crocifisso con Cristo,

oggi sono partecipe della sua gloria.

Ieri venivo pestato,

oggi sono vivificato con lui.

Ieri fui sepolto con lui,

oggi risorgo con lui”

(Gregorio di Nazianzo)

  

In tantissimi hanno preso parte alla Processione di Cristo Morto, manifestazione della pietà popolare che caratterizza il venerdì santo sulmonese. Il passo lento, chiamato “struscio”, cadenzato e sincronizzato, diventa metronomo dello stesso corteo formato da circa 240 confratelli in saio rosso. In un clima di intensa comunione spirituale, seguendo il Signore Gesù morto, straziato dal dolore e accompagnato dalla Madre Addolorata, con il cuore trafitto da una spada, il vescovo Michele ha rivolto a tutti i presenti e all’intera Diocesi di Sulmona-Valva il suo augurio pasquale.  Riportiamo di seguito il testo completo:

Nel silenzio contemplativo di questo Venerdì Santo siamo invitati ad avere un atteggiamento riflessivo, a volgere il nostro sguardo ai simulacri che l’Arciconfraternita della Ss. Trinità porta in questa processione. La Croce, spoglia senza più il crocifisso. Il Cristo morto, disteso sulla barella. La statua della Madonna addolorata, vestita a lutto e piangente.

Questi segni ci ricordano la storia narrata dai Vangeli, di un uomo chiamato Gesù, inviato da Dio Padre a salvare l’umanità. Ci ricordano la scena del Calvario, le ultime ore della sua vita, raccontano le sue ultime parole rivolte al Padre. Gesù, dopo aver fatto miracoli e segni, dopo aver annunciato a tutti l’amore del Padre, è stato condannato e non si è ribellato, ha abbracciato la croce che gli è stata posta sulle spalle e l’ha portata fino ad essere inchiodato e a trovare su di essa la morte. Sulla croce ha rivolto al cielo un grido: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Sal 21,2), un grido che coloro che stavano sotto la Croce non hanno più dimenticato.

Ma perché il mondo ancora non ha compreso la Croce di Cristo, non ha ancora compreso questo gesto d’amore per l’umanità così forte? Se l’uomo avesse capito la lezione del crocifisso non saremmo partecipi di una serie di guerre ancora in atto, di divisioni tra le famiglie, di lotte di interessi per accaparrarci un territorio, di continue ingiustizie verso i più deboli. Il mondo difatti segue altre strade, rivolte contro l’uomo e contro l’umanità, che sembra sia entrata in un tunnel buio, senza uscita, in una notte oscura collettiva; tutti quei valori che il Cristo ha affermato non li vediamo concretamente vissuti. Spesso assistiamo a scelte contrarie che parlano di odio e vendetta, di divisioni e di morte, non riusciamo a comprendere perché di fronte ad un progresso scientifico e culturale non prevalgano ancora i valori della pace e della solidarietà, ma si affermano contrapposizioni e disuguaglianze. Non abbiamo ancora compreso cosa l’Uomo della Croce ha voluto insegnarci, quale messaggio ha voluto lasciare all’umanità.

Non sono mancate però nel secolo scorso persone autorevoli, di alto spessore spirituale e culturale, uomini e donne santi per la loro vita tutta donata ad imitazione di Cristo. Non abbiamo ancora compreso, tuttavia, che il Crocifisso ha voluto prendere su di sé le sofferenze e le notti di tutti noi e, attraversando quel buio e il dolore, abbracciando la Croce, ha voluto insegnare come vivere in pienezza e per amore la nostra esistenza toccata dalla fragilità e dalla morte. Sulla croce il Cristo si è fatto voce e invocazione al Cielo di tutto il dolore dell’umanità.

Ogni dolore, ogni solitudine, ogni angoscia, ogni fallimento trova nell’Uomo della Croce un riflesso autentico in cui poter ritrovarsi. Anche noi Cristiani non abbiamo ancora abbastanza compreso questa lezione: mentre celebriamo, commemoriamo, portiamo in processione i segni della passione di Cristo, abbiamo ancora da imparare che nella vita solo abbracciando il dolore, solo attraversando la notte e fidandoci di Dio possiamo trovare la luce, possiamo giungere all’alba. C’è una strada che porta alla pace, c’è un percorso che ci accompagna verso la fraternità: questa via è la Croce di Cristo, che con forza ricorda ancora al cuore dell’uomo che solo nel dono di sé, solo dando la propria vita, solo nella compassione questa società potrà essere rinnovata dall’amore, risorgere e uscire dal buio della tristezza.

 

Auguri di Santa Pasqua di Risurrezione a tutti!  

 

+ Michele Fusco  

Vescovo di Sulmona-Valva